30 ottobre 2010

Ci Sono Molti Modi - Afterhours



...perchè quando il dolore è più grande 
poi non senti più 
e per sentirti vivo 
ti ucciderò 

vedrai 
vedrai se il mio amore è una patologia saprò come estirparla via 
torneremo a scorrere ...

29 ottobre 2010

Dopo settimane e settimane. 
Mi sono sentita di nuovo in pace.
Dopo settimane e settimane.
Devo indagare.

 
Annie Leibovitz

28 ottobre 2010

Perchè oggi un po' devo compiacermi di me stessa. Altrimenti a cosa serve il compleanno?

E' semplicemente un compleanno diverso.
Comunque Sara auguri. 
Andrà tutto meglio.
Non hai mai perso il sorriso, non hai mai perso la determinazione.
Non hai mai perso la voglia di reagire.
Che siano così anche i 28.
Con la grande famiglia che ti stringe in un abbraccio sincero.

26 ottobre 2010

La meccanica del cervello

Rotella impazzita lato sinistro.
Ne sento anche il rumore.
Di ingranaggi. 
Prima cigola [era ferma da un po' quella rotella lì] 
poi inizia il suo imperterrito movimento circolare.
Non mi riesce smettere di pensare.

Dormire?

25 ottobre 2010

Cosa può fare una tesi di laurea quando decidi di studiare l'alluvione di Firenze

Fine ottobre Firenze. Piove. 
Sto andando verso il Museo di storia della scienza. 
C'è il direttore che ci aspetta per progettare un laboratorio per bambini. 
Ci accoglie sorridendo ed entriamo nel cuore del museo tra astrolabi e carte geografiche, mappamondi e telescopi.
Ci fa immaginare come doveva essere difficile orientarsi nel mezzo del mare per un marinaio del Cinquecento.
Con le stelle, il notturlabio, la bussola, con le speranze di trovare mondi nuovi, con le preoccupazioni di non incagliarsi nelle secche e di non sbattere contro gli scogli.
Diluvia fuori. Dalle finestre vedo l'Arno. Mi distraggo.
Chissà com'era nel '66 qui a Firenze alla fine di ottobre. 
Pioveva così forte... il problema è che non smetteva più.
Entriamo nella sala dei cannocchiali e lo vedo davanti a me. 
Il cannocchiale di Galileo. 
In mente subito la fotografia in bianco e nero della direttrice del Museo nel '66 con gli stivali infangati fino al ginocchio, sorridente e stanca, e quel cannocchiale in braccio, portato in salvo dal fango e dall'acqua. 
E' grazie a lei che i bambini schiacciano il naso sulle vetrine per vederlo. E' grazie a lei che abbiamo ancora testimonianza di quanto l'uomo, con la sola forza dell'intelligenza e della curiosità, riesca a pensare e immaginare.
Lo chiedo al direttore. “E' quello vero? Quello dell'alluvione?”
“Sì, è lui.”
Sono commossa. Pateticamente commossa.
Ma ora è così, e Firenze la vedo in un altro modo, nel tempo in cui il mondo teneva il fiato sospeso per i libri delle biblioteche, i documenti degli archivi e le tele dei musei travolti dall'acqua.
Quando il mondo si chiedeva quanta umanità si perdeva nel fango.

23 ottobre 2010

BELLISSIMO. COMPLESSO E LEGGERO AL TEMPO STESSO. 
DITEMELO SE DEVO ASPETTARE DIECI INVERNI.

Non crederemo ai nostri occhi per un'alba così bella

L'inattesa piega degli eventi.
Sarà un inverno così intenso e freddo che quando ci sveglieremo ci stropicceremo gli occhi dal lungo sonno.
E non crederemo ai nostri occhi per un'alba così bella.


Andiamo a Berlino, ti porto a Capo nord a guardare il sole di mezzanotte, sulle dune del deserto, tra i grattaceli di New York.
Solo lì mi sentirò a casa.

22 ottobre 2010

Sono giorni che aspettavo di scrivere. 
Necessità impellente di fermare tutto. 
Su carta prima. Qui poi.

Martedì 19 ottobre ore 13,30 Firenze, Piazza Santa Croce.
Sto pranzando su una panchina [il panino più buono della città]. 
Sono sola, tra poco mi aspetta un bel corso in Biblioteca Nazionale. Cielo azzuro e terso, venticello caldo, violoncello di sottofondo, piazza che toglie il fiato, [pensieri che si rincorrono sulle pagine dei documenti di archivio e dei libri che sull'alluvione del '66 che sto studiando in questi giorni per la tesi]. Sorrido della giornata meravigliosa.  
E questa strana sensazione. Che non provavo da mesi. 
Un pugno allo stomaco che mi fa aprire gli occhi. All' IMPROVVISO.
FLASHBACK: agosto 2010, Sardegna, Costa verde
Siamo perse nel nulla, il paese è piccolo ma c'è una bellissima terrazza che si affaccia sul mare. Lascio A. e R. a cambiarsi nell'unico B&B che abbiamo trovato nel raggio di 30 km. Dormiremo lì, dopo una cena di pesce sul terrazzo. Il benzinaio più vicino è lontano, noi siamo in riserva, domani ci aspettano le meravigliose dune di Piscinas [risate, relax]
- Sei lontanissimo ora. Tutti sono lontani. -  
Mi metto il mio vestito preferito, prendo la reflex, esco. E' l'ora del tramonto. Davanti ai miei occhi il nulla che diventa tutto. Mare sconfinato, colline verdi e deserte, il sole arancio che affoga nell'acqua, la barchina a vela che torna dalla giornata di pesca. 
E' meraviglioso. Mi commuove quasi. Scatto, osservo, sospiro profondamente. Sono felice. E sono felice di essere lì' sola. Come da tanto non succedeva, non ho bisogno di nessuno, non ho bisogno di nessuno che mi abbracci, che sia lì con me, non ho bisogno di nessuno a cui raccontare tutto, non ho bisogno di telefonare, non ho bisogno di conferme. Non sento la mancanza di nessuno. Sono lì sola e voglio essere lì sola.
OGGI: martedì 19 ottobre. Qui in Piazza Santa Croce dopo tempo che non succedeva, un po' di tempo direi, vorrei averti qui per dirti "guarda che meraviglia" vorrei averti accanto per tenerti tra le braccia, per farmi prendere in giro, per accavallare le mie gambe con le tue in un incastro perfetto. Ho voglia di condividere. Di sentirti parte della mia vita.
Dopo mesi che non succedeva, da quel tramonto in Costa Verde,  sento in qualisasi parte del corpo una mancanza.

14 ottobre 2010

e sono con te tutti i giorni.

                                                            QUI

Erano mesi che aspettavo questo giorno. Questo abbraccio prima della partenza. 
Poi pedalare veloce, fino a che ti fanno male i muscoli delle gambe, e il primo freddo ti brucia le guance.
A tu che vivi e vedi nascere la vita, a tu che non hai paura e sei la migliore di noi. 
Buon viaggio.


11 ottobre 2010

Oggi è un non giorno

11 ottobre 2008 - 11 ottobre 2010

7 ottobre 2010

Il circo di altri tempi.
Come da bambina guardi i grandi
[e gli dai fiducia]






Circus di Ana Juan, Logos Edizioni
SENSIBILE A OGNI 
MINIMO CONTATTO

5 ottobre 2010

sì, sono malinconica, ma è una condizione inevitabile quindi meglio farci i conti

Le immagini di questo inizio autunno che non dimentico:


sono i vostri cinque volti che mi trovo davanti appena apro gli occhi.
Le mani di R., il sorriso di A,  lo sguardo di B, gli occhi di G, la voce di E.
Meraviglioso avervi tutte insieme, vicino, prima di addormentarmi.


La cena con E. della scorsa settimana. Tranquilla e Illuminante.


Le chiacchiere con F. che non vedevo da una vita. Lontanissimi ma ancora così vicini.


Gli sguardi con F. che poi qualcuno, prima o poi, mi spiegherà che vogliono dire.


... e nonostante tutto devo fare i conti con il fatto che da ora in poi, quando torno tardi da lavoro, devo accendere il faro della bici perché è già buio e le strade del centro sono già deserte e il vento inizia a tirare freddo...



3 ottobre 2010

Dichiarazione d'indipendenza del Cyberspazio di John Perry Barlow



Governi del Mondo, stanchi giganti di carne e di acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova dimora della Mente. A nome del futuro, chiedo a voi, esseri del passato, di lasciarci soli. Non siete graditi fra di noi. Non avete alcuna sovranità sui luoghi dove ci incontriamo.

Noi non abbiamo alcun governo eletto, è anche probabile che non ne avremo alcuno, così mi rivolgo a voi con una autorità non più grande di quella con cui la libertà stessa, di solito, parla. Io dichiaro che lo spazio sociale globale che stiamo costruendo è per sua natura indipendente dalla tirannia che voi volete imporci. Non avete alcun diritto morale di governarci e non siete in possesso di alcun metodo di costrizione che noi ragionevolmente possiamo temere.

I Governi ottengono il loro potere dal consenso dei loro sudditi. Non ci avete chiesto né avete ricevuto il nostro. Noi non vi abbiamo invitati. Voi non ci conoscete e non conoscete neppure il nostro mondo. Il Cyberspazio non si trova all'interno dei vostri confini.

Non pensate che esso si possa costruire come se fosse il progetto di un edifico pubblico. Non potete. È un atto di natura e si sviluppa per mezzo delle nostre azioni collettive. Non siete stati coinvolti nelle nostre grandi e partecipate discussioni e non avete creato il valore dei nostri mercati. Voi non conoscete la nostra cultura, la nostra etica, e nemmeno i codici non scritti che danno alla nostra società piu' ordine di quello che potrebbe essere ottenuto dalle vostre imposizioni.

Voi affermate che ci sono problemi fra di noi che hanno necessità di essere risolti da voi. Voi usate questa affermazione come un pretesto per invadere le nostre aree. Molti di questi problemi non esistono. Troveremo i conflitti reali e le cose che non vanno e li affronteremo con i nostri mezzi. Stiamo costruendo il nostro Contratto Sociale. Questo potere si svilupperà secondo le condizioni del nostro mondo, non del vostro. 
Il nostro mondo è differente.

Il Cyberspazio è fatto di transazioni, di relazioni, e di pensiero puro disposti come un'onda permanente nella ragnatela delle nostre comunicazioni. l nostro è un mondo che si trova contemporaneamente dappertutto e da nessuna parte, ma non è dove vivono i nostri corpi.

Stiamo creando un mondo in cui tutti possano entrare senza privilegi o pregiudizi basati sulla razza, sul potere economico, sulla forza militare o per diritto acquisito.

Stiamo creando un mondo in cui ognuno in ogni luogo possa esprimere le sue idee, senza pregiudizio riguardo al fatto che siano strane, senza paura di essere costretto al silenzio o al conformismo.

I vostri concetti di proprietà, espressione, identità, movimento e contesto non si applicano a noi. Essi si basano sulla materia. Qui non c'è materia. Le nostre identità non hanno corpo, così, diversamente da voi, non possiamo arrivare all'ordine tramite la coercizione fisica. Noi crediamo che il nostro potere emergerà dall'etica, dal nostro interesse personale illuminato, dal mercato comune. Le nostre identità possono essere distribuite attraverso molte delle vostre giurisdizioni. L'unica legge che le nostre culture costituenti riconosceranno in modo diffuso sarà la Regola d'Oro. Sulla base di essa speriamo di essere capaci di adottare soluzioni specifiche. Non possiamo però accettare le soluzioni che state cercando di imporre.

Negli USA abbiamo creato un legge, il Telecommunications Reform Act, che è in contrasto con la nostra Costituzione e reca insulto ai sogni di Jefferson, Washington, Mill, Madison, DeToqueville e Brandeis. Questi sogni adesso devono rinascere in noi.

Siete terrorizzati dai vostri figli, poiché sono nati in un mondo che vi considererà sempre immigrati. Poiché li temete, affidate alle vostre burocrazie le responsabilità di genitori che siete troppo codardi per confrontare con voi stessi. Nel nostro mondo tutti i sentimenti e le espressioni di umanità, dalla più semplice a quella più angelica, sono parti di un tutto senza confini, il colloquio globale dei bits. Non possiamo separare l'aria che soffoca dall'aria spostata dalle ali.

In Cina, Germania, Francia, Russia, Singapore, Italia e Stati Uniti, state cercando di tener lontano il virus della libertà erigendo posti di guardia ai confini del Cyberspazio. Questi potranno controllare il contagio per un po' di tempo, ma poi non potrà funzionare in un mondo in cui i bits si insinueranno dappertutto.

Le vostre industrie dell'informazione, diventando obsolete, cercano di perpetuarsi proponendo leggi, in America e altrove, che affermano di possedere facoltà di parola in ogni parte del mondo. Queste leggi dichiarano che le idee sono dei prodotti industriali, meno preziosi della ghisa. Nel nostro mondo, tutte le creazioni della mente umana possono essere riprodotte e distribuite infinitamente a costo zero. La convenienza globale del pensiero non ha più bisogno delle vostre industrie.

Queste misure sempre più ostili e coloniali ci mettono nella stessa posizione di quegli antichi amanti della libertà e dell'autodeterminazione che furono costretti a rifiutare l'autorità di poteri distanti e poco informati. Noi dobbiamo dichiarare le nostre coscienze virtuali immuni dalla vostra sovranità, anche se continuiamo a permettervi di governare i nostri corpi. Noi ci espanderemo attraverso il Pianeta in modo tale che nessuno potrà fermare i nostri pensieri.

Noi creeremo nel Cyberspazio una civiltà della Mente. Possa essa essere più umana e giusta di quel mondo che i vostri governi hanno costruito finora.

1 ottobre 2010

...Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione,
e il peccato fu creder speciale una storia normale.
Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo,
sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo.
E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa;
siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa...
Farewell - Francesco Guccini 
 

Don't come closer or I'll have to go 
Owning me like gravity are places that pull 
If ever there was someone to keep me at home | 
It would be you... 

Non avvicinarti di più o dovrò andarmene 
Certi posti mi attraggono come la gravità 
Se mai ci fosse qualcuno per cui restare a casa 
Saresti tu..
Guaranteed - Eddie Vedder