30 aprile 2011

Immaginatevi un palazzo del trecento in pieno centro storico. Aprite il robusto portone in legno e salite quattro rampe di scale in pietra serena. Dalle finestre che si affacciano sulle scale potrete vedere un invidiabile giardino di glicini e ortensie. Nel cielo giusto qualche stella, per ricordarvi che maggio sta arrivando.
Se arrivate all'ultimo piano troverete un ampio appartamento. Soffitti alti, travi in legno, pavimenti di cotto, cinque stanze, un ampio soggiorno con cucina, un bagno, una lavanderia. Rustico e vissuto, sconnesso e pittoresco, incasinato e mai troppo sazio di oggetti e arredi. Una colonna sonora d'altri tempi a farvi compagnia.
Sentirete il rumore dei bicchieri di vetro, di chiacchiericcio sotterraneo, di scrosci di risate infinite, di accendini pronti per l'ennesima sigaretta. Sentirete risate e acute ironie sulla settimana che è appena passata. Vedrete, intorno al tavolo di legno donne che bevono vino. Le vedrete dibattere, discutere, ridere, riflettere sulla settimana che sta per finire. Bicchieri che si riempiono, telefoni che squillano, libri aperti, fotografie da commentare, accidenti da tirare. Per ognuna di loro è stata una settimana difficile. Per alcune la più difficile da mesi, per altre la routine... Amori finiti, delusioni mai sopite, arrabbiature frustrate. Alle 4 del mattino si saluteranno consapevoli che sempre, per le gioie e per i dolori, per le cazzate e le cose serie saranno scudo una dell'altra.
Enjoy. Benvenuti nella mia primavera. 
Vedremo come va a finire.


Mi ricordo quel giorno in cui Berlino si manifestava orgogliosa ai nostri piedi, immagino Lisbona  barocca come accoglierà il nostro avvento.

29 aprile 2011

ALLA SPASMODICA RICERCA DI UN SENSO




E' SEMPRE IL SOLITO GIOCO DELL'ESSERE
RAZIONALI MENTRE TI GIRA LA TESTA.
VEDIAMO COME VA A FINIRE.

28 aprile 2011

Stanotte vorrei davvero essere in lui

SCELLERATO DISINCANTO 
DEL PRINCIPIO DI REALTA'
MI VIENE DA VOMITARE, CREDO 

photo©MatteoRossi

27 aprile 2011

I hope you have a good time

Quando succedono cose belle, abbiamo delle responsabilità.
Abbiamo la responsabilità di godersele e ricordarle, 
conservarle, apprezzarle, onorarle.
Abbiamo il dovere di preservarle con cura, di dargli il peso che meritano,
abbiamo il dovere di tenerne di conto, perchè possono durare anche un attimo, un'ora, un giorno, comunque non un' eternità.
Costruire i rapporti, tenerci vicini chi vogliamo e chi ci fa stare bene costa fatica, costa sacrifici, energie e tempo, parole.
Amici, fidanzati, compagni, fratelli non sono e non saranno lì per sempre.
Non siamo immobili e statici tra noi ma in continua evoluzione.
Per quello per cui vale la pena dobbiamo spenderci finchè possiamo. 
A volte basta pochissimo per danneggiare precari equilibri, 
per ferire un cuore che ti ha sempre sostenuto, 
per frantumare braccia che hanno sempre accolto i tuoi abbracci.
Mettiamoci intorno a un tavolo e parliamo.
Non è più il tempo d aspettare.
Riappropriamoci della nostra festa,
diamoci un obiettivo e raggiungiamolo.
Stringiamoci intorno alla corte del benessere.

Estrai dal tutto quello che c'è il bello e la meraviglia, 
guardalo con attenzione e tienilo stretto, preservalo dal male. 
Alcune cose non tornano. Abbine cura finchè e come puoi.
Chiedi di restare, piangi se devi, urla, lotta, combatti, spenditi.
Sembrano cose scontate e banali? Assicuro di no.

You don't think there's time to stop
There's time enough for you to lay your head down, tonight
Let it wash away
All those yesterdays
What are you running from? 


Oh, non pensi di averne abbastanza? Beh, forse...
Non pensi che ci sia stato tempo per fermarsi
C'è tempo abbastanza per te per riposarsi e posare la testa giù stanotte,
Lascia scorrere tutti i giorni passati
Da cosa stai scappando?

All those yesterdays - Pearl Jam



Grazie a M. che mi ricorda quali sono le cose per cui ne vale la pena, 
grazie ad A. che mi fa le sorprese, 
grazie a R. e F. perchè ci sono
e... grazie a C... che mi fa sentire (di nuovo) a casa.


25 aprile 2011

LIBERI TUTTI.
LIBERI DA COSA?
LIBERI DA VOI
E SOPRATTUTTO DA NOI STESSI.
Che sia l'ultimo 25 aprile in cui siamo ci siamo costretti a vivere in un paese così.



Come ogni anno... ma diverso dagli altri anni...

22 aprile 2011

Non ho mai creduto molto nei sogni, nella loro interpretazione da bar intendo... 
se sogni la morte di qualcuno gli allunghi la vita, se sogni un divano vuol dire che hai bisogno di relax (ah sì? strano... non l'avrei mai detto..) e roba simile.
E' vero però che alcuni sono comuni, tipo sognare di trovarsi nudi in mezzo alla strada o correre senza muoversi... roba ansiogena insomma.
E poi ci sono i sogni ricorrenti, e come molti io ho il mio. Da un po'. Da un bel po'.
Siamo io e te in un campo di grano, con le balle di fieno intorno, le colline in lontananza e tutto il resto.
A volte ci sono anche dei papaveri, a volte margherite, a volte niente. Siamo in piedi uno di fronte all'altro a una decina di metri di distanza su una stradina di terra battuta, in mezzo al campo, fermi, immobili, tipo torneo medievale.
E' estate, forse tardo pomeriggio, i colori sono saturi, tipo vecchia polaroid, l'azzurro del cielo è quasi blu e il fieno ha venature d'arancio. Io ho un vestito leggero a fiori piccoli, gialli e bianchi, un paio di sandali di cuoio rosso, i capelli lunghi, le braccia incrociate dietro la schiena, le punte dei piedi rivolte verso l'interno.
Tu un paio di jeans, Converse bianche slacciate, una camicia a quadri verde e a righe rosse, sbottonata e con le maniche arrotolate al gomito. Le braccia lungo i fianchi.
Siamo fermi, uno di fronte all'altro. Io sorrido ma sono nervosa, mi sento come se dovessi fare qualcosa ma non so cosa e non riesco a farlo. Tu mi guardi con un viso lieve, sicuro ma sereno. Ogni tanto inarchi il sopracciglio, io sorrido e faccio una faccina buffa. 
Ma rimaniamo fermi in silenzio.
Sempre così.
Il sogno è sempre così.
Poi mi sveglio, o il sogno finisce o non ricordo.
Non cambia mai, a volte cambiano i colori, a volte si aggiunge qualcosa allo scenario.. come il cicaleggio o qualche nuvola a disturbare l'azzurro carico del cielo. 
Ma la sensazione è sempre la stessa. Pace, calma, tranquillità ma con una punta di indecisione.
E non succede niente.
Se non sguardi, sorrisi.
Il significato è chiaro. Non ci vuole lo psicoanalista.
Consapevoli delle nostre esistenze, vicini ma non abbastanza per parlare, toccarci, abbracciarci. Lontani ma non abbastanza per dimenticarci, per abbandonarci.
Consapevoli uno dell'esistenza dell'altro.
Ma non facciamo niente, per paura di rovinare l'incanto, per paura di spezzare il silenzio, per paura di aggiungere parole, per paura di non avere nulla da dire, per paura di quello che sarà dopo.
Perchè non vogliamo, non ora, non qui. Perchè non ne abbiamo voglia.
Perchè è faticoso.
Per troppi motivi.
Però ci sorridiamo a vicenda e ci capiamo senza dirci niente. 
In silenzio da un'eternità immutabile.
Non è poco..


Il problema è che l'altra notte, in un sonno tormentato e irrequieto qualcosa si è rotto.
Uno di fronte all'altra, con i campi di grano, il cielo azzurro, con il vestito a fiori e i tuoi jeans sdruciti, insieme abbiamo camminato uno verso l'altro. Insieme, prima un piede e poi un altro per incontrarci a metà strada.
Non ci è voluto molto.
E siamo stati così, ad ascoltare il nostro respiro vicino.
In silenzio ma vicini.
E' stato più facile del previsto.
Ho alzato appena la testa all'insù e quasi ti sfioravo la bocca.


Gli argini sono crollati, il ponte levatoio si è abbassato.
Ci rivedremo una di queste notti. 
E magari parleremo di tutto questo tempo, troppo, in cui siamo stati sentinelle da lontano uno dell'altro.



20 aprile 2011

Ho cambiato idea. 
Appena ho cinque minuti spiego anche perchè.

OVVIA


17 aprile 2011

Credo ci sia un limite a quello che un cuore di un essere umano può sopportare.
Oltre c'è solo la dimensione onirica.
Negli ultimi tre giorni vivo e sogno in questa dimensione. 
Non fare in tempo a rialzarsi per essere subito schiacciata sul pavimento. 
Nuovamente.
Una volta, due volte, tre volte.
E' decisamente troppo.
Fanno male le gambe, la testa, le membra tutte. 
Bruciano gli occhi, urla silente la gola.


Per questo motivo questo blog chiude.
Almeno per po'. 
Non oserei chiedere compatimento.

15 aprile 2011

Da Gaza a Jenin, Vittorio sei figlio della Palestina




Non ho più lacrime da piangere.
Mi sembra impossibile pensare che non leggerò più i tuoi report, le tue storie, non ascolterò la tua voce.
La tua presenza quasi quotidiana nella mia vita.
Chi ci ricorderà di restare umani?
Chi mi darà la forza di indignarmi ancora?
Vik a me mi manchi troppo.

Solo un grazie all'uomo che stamattina alla stazione senza che io gli chiedessi niente mi ha fatto accendere la sigaretta, mi ha accarezzato una guancia e mi ha detto "Non piangere per Vittorio".

Restiamo umani. Restiamo con te.

Vittorio Arrigoni è un vero Uomo di Pace e Giustizia che merita subito unintervento internazionale per salvarlo.
 Vittorio è fratello di chiunque subisca un'ingiustizia in qualsiasi parte del mondo, un Uomo Coraggioso e Giusto, e lo dimostra sempre, anche se ciò può mettere a rischio la sua vita come questa volta.
 Sappiamo che Vittorio ha nemici che non vogliono il bene di Gaza e della sua gente.
 Vittorio è stato l'unico italiano che si trovava, per scelta, a Gaza durante i bombardamenti israeliani nei giorni dell'operazione "Piombo fuso" fra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 (oltre 1.000 vittime innocenti, ...vedi rapporto ONU che ha rilevato le responsabilità del governo israeliano per crimini contro l'umanità).
 Poco tempo fa, su un sito internet israeliano si indicava una lista di "nemici" da colpire e Vittorio Arrigoni era il bersaglio numero uno. Di Vittorio e di altri cooperanti vennero pubblicate foto, dettagli e segni particolari per poterli identificare e presumibilmente per assassinarli.
 Oggi ne è stato annunciato il rapimento da parte di un sedicente gruppo islamico. Chissà qual'è la verità su questa vicenda. Noi non lo sappiamo. Ma chi conosce Vittorio e segue le sue attività, anche solo tramite il suo blog Guerrilla Radio (http://guerrillaradio.iobloggo.com/), sa bene quanto lui sia scomodo ai gruppi fondamentalisti israeliani (nazisionisti) e ai loro alleati politici. 
 C'è ben più di un sospetto in merito alla reale identità di tale sedicente "gruppo islamico", perché chi vuole far del male a Vittorio Arrigoni, certamente è un gruppo di persone che non vuole il bene per Gaza e i suoi abitanti.
 Sappiamo che ieri, 13 aprile 2011, Vittorio ha pubblicato sul suo blog un post (vedihttp://guerrillaradio.iobloggo.com/2099/silvio-berlusconi-fermeremo-la-freedom-flotilla) in cui criticava legittimamente le dichiarazioni rese dal presidente del governo italiano, Silvio Berlusconi, il quale si è espresso impegnandosi a fare in modo di impedire la partenza della prossima missione umanitaria diFreedom Flotilla per Gaza
 Per Gaza è "una guerra invisibile per la sopravvivenza". Molto probabilmente Vittorio parteciperebbe, se ne avesse la possibilità, alla nuova missione di Freedom Flottilla, come già fece la scorsa volta, e darebbe un importante contributo alla sua realizzazione.
 Indipendentemente dalle posizioni assunte dal governo Berlusconi su questo tema, chiediamo che il governo italiano agisca subito per proteggere l'incolumità e la vita stessa di Vittorio Arrigoni e ottenga la sua liberazione.
 Vittorio Arrigoni è Uomo di Pace e di Giustizia, che ha sempre fatto il possibile per la pace e la giustizia a Gaza, in Palestina come altrove.
 Per questo noi diciamo che chi sta minacciando la vita di Vittorio non vuole bene né a Gaza né alla sua gente né all'Umanità
 Chiediamo ed esigiamo un intervento anche da parte della Comunità Internazionale, oltre che del Governo italiano, così come dell'Autorità Palestinese, del Governo israeliano, degli Stati Uniti, dell'Unione Europea, delle Nazioni Unite e di ogni altra istituzione diplomatica o umanitaria, affinché Vittorio Arrigoni venga liberato immediatamente sano e salvo, chiunque siano gli autori di questo sequestro.
Speriamo infinitamente che Vittorio torni sano e salvo anche stavolta.

LIBERTA' PER VITTORIO.
LIBERTA' PER GAZA.

Restiamo umani, insieme con Vik..

Non mi riesce smettere di piangere di rabbia. 
E non serve a nulla.
E non servirà a nulla scrivere qui, ma tant'è:
unita.crisi@esteri.it
testo:
Alla spettabile attenzione,
attivate tutti i canali possibili per liberare Vittorio Arrigoni, 
attivista dell' ISM -International Solidarity Movement- 
RESTIAMO UMANI
Nome Cognome 

10 aprile 2011

Report della settimana 4-10 aprile 2011



OGGETTO
CADENZA
SETTIMANALE
NOTE
Seghe mentali 10 ore Pessimo
Discorsi sui massimi sistemi dell'universo 5 ore Maluccio
Risultati ottenuti da seghe mentali e
discorsi sui massimi sistemi
0 Malissimo (ma mi sta bene)
Concerti belli da ricordare 1 Molto bene
Senso di frustrazione nel vedere che chi hai
vicino non capisce nulla
90% Molto male
Necessità di fare disegnini per spiegarsi
80% Potrebbe andare peggio
Tempi di consegna per disegnino suddetto
1 settimana ...
Incazzature prese sul luogo di lavoro 3 
(di cui una feroce)
Male Abbozzala
Parlare di come risolvere le incazzature
4 ore Che palle
Speranza di risolvere cause che le hanno generate
1% Sono un'ottimista
Ascolto di Devendra Banhart
7 ore
Finalmente in diminuzione
Ascolto di Davide Van De Sfroos
4 ore
In ascesa
Riunioni
3
Male. Smettila
Presidi/manifestazioni 1 Bisognerebbe farne uno al giorno
Libri letti
2
Ma senza concentrazione (Male)
Spam su Facebook per eventi

3 ore
Smettila, non sei una PR ma una bibliotecaria
SMS degni di nota ricevuti
5 Buono
Gioia derivata dall'avere i capelli lunghi
90% Brava
Frustrazione derivata dall'aver dimenticato la
piastra per capelli a Barcellona da A.
100% Molto male
Speranza di riavere la piastra suddetta
10% Angoscia
Fotografie fatte con reflex
Circa 250
Fotografie decenti



10 Malissimo(cerca di tenere il corpo macchina diritto e vedrai che non verranno storte)
Pisolini
4 (di cui uno al sole) Molto bene
Scarpe/vestiti acquistati
0 Da non credere
Viaggi e/vacanze organizzate
3 Gioia
OBIETTIVI RAGGIUNTI 2
RISULTATO FINALE -5

Sto iniziando simpaticamente a perdere la pazienza. Con me stessa chiaramente...

...E al tramonto quando il sole balbetta
preparo le rose che non riesco mai a darti,
ho un sentimento che è una motosega
e ho un cuore impaurito che salta come un rospo...



"Me canzun d'amuur en scrivi ma" 

 Davide Van De Sfroos



8 aprile 2011

DAVIDE VAN DE SFROOS "DOVE NON BASTA IL MARE"



Non lo può certo sapere
questo tronco ormai sfinito
quante lacrime son scese
a bagnare il mio sorriso
Quante volte io ho mentito
quanti sogni ho ricucito
quanto tempo io ho cantato
per chi era partito...

6 aprile 2011

Buonanotte, questa notte è per te

Buonanotte a L'Aquila. 
Ai suoi vicoli bui coperti di calcinacci, alle finestre spalancate di echi di silenzi, alle strade deserte, alle piazze scomposte.
Buonanotte al castello che la sorveglia dall'alto, alle mura che la circondano e non l'hanno abbandonata, alla corona di montagne, al Gran Sasso d'Italia ancora innevato, triste sentinella di così tanto dolore.
Al vento che fischia tra le impalcature, allo stridere dei cancelli e delle transenne, ai balconi in frantumi, ai lampioni divelti, a Collemaggio martoriata.
Buonanotte ai padri e alle madri che hanno perso i figli, ai nonni che hanno perso i nipoti, agli anziani che si sono trovati soli senza casa e senza quartiere, a chi ha visto gli amici sepolti sotto una casa che doveva essere sicura. 
Riposino in pace i molti, troppi, suicidi di cui nessuno ha mai parlato.
Buonanotte agli studenti, mai fermi e mai sazi di proteste, ai loro professori, alle stanze dell'Università, ai libri delle biblioteche ancora sparpagliati sui pavimenti. 
A chi ha denunciato, a chi ha protestato, a chi ha gridato a chi ha pianto di disperazione.
A chi ha deciso comunque di fare un figlio, a chi non si è perso d'animo, a chi ha rivendicato la propria voglia di normalità. 
Buonanotte al gelataio di Piazza Duomo, ai gestori del Boss e alloro vino.
Buonanotte ai militari dell'esercito (almeno per una volta), custodi dei resti che difendono contro ignobili sciacalli.


Buonanotte chi è orgoglioso di essere aquilano in terra aquilana, abruzzese in terra abruzzese, e lo rivendica con fierezza.


E buonanotte soprattutto a E., A. e D. che non si sono arresi mai. E mai lo faranno.



 L'Aquila, Fontana luminosa, 6 aprile 2011


PS: A Mario Monicelli che disse:" “Voi dovete avere il coraggio non di restaurarla, ma di ricostruirla questa città. Siete aquilani, siete abruzzesi e fatelo no”.

5 aprile 2011

FRA LA BORSA E LA VITA: 95 TESI SULLA PRECARIETÀ
31 ottobre 1517: Martin Lutero affigge sulla porta della chiesa di Ognissanti a Wittenberg (Germania) 95 tesi sulle indulgenze.
17 ottobre 2008: a quasi 500 anni di distanza, San Precario affigge sulla porta della Cattedrale di Ognisoldi di Milano (Italia) 95 tesi sulla precarietà.

N.1 LA PRECARIETÀ UCCIDE
N.2 LA PRECARIETÀ È ESISTENZIALE OLTRE CHE LAVORATIVA
N.3 LA PRECARIETÀ È STRUTTURALE
N.4 LA PRECARIETÀ È GENERALIZZATA
N.5 LA PRECARIETÀ È PRIVAZIONE DI SPAZIO, DI TEMPO
N.6 ANCHE CHI HA UN CONTRATTO STABILE È PRECARIO
N.7 LA PRECARIETÀ È DI CASA, QUANDO SI DEVONO PAGARE AFFITTI STELLARI
N.8 OGNI FLESSIBILITÀ SENZA GARANZIE E REDDITO SI TRASFORMA IN PRECARIETÀ
N.9 LA PRECARIETÀ È TUTTO INTORNO A TE, OVUNQUE
N.10 LA PRECARIETÀ È CONDIZIONE INTIMA ALLA METROPOLI
N.11 LA PRECARIETÀ È L’EUROPA DEL PROFITTO
N.12 LA PRECARIETÀ È NELLA SOCIETÀ, DOVE C’È IL DOMINIO DELL’ESSERE UMANO SULL’ESSERE UMANO
N.13 LA PRECARIETÀ È NEL CORPO, E SPEGNE IL CERVELLO
N.14 LA PRECARIETÀ È DONNA
N.15 LA PRECARIETÀ È GIOVANE MA NON SOLO
N.16 COMBATTERE LA PRECARIETÀ SIGNIFICA CONOSCERE LE DINAMICHE DEL POTERE E COME SI PRODUCE RICCHEZZA
N.17 COMBATTERE LA PRECARIETÀ SIGNIFICA SUPERARE LE PAURE INDIVIDUALI PER COSTRUIRE FIDUCIA COLLETTIVA
N.18 LA CRISI FINANZIARIA È ALIMENTATA DALLA PRECARIETÀ
N.19 STOLTO È CHI CREDE CHE SIANO I PRECARI A CAUSARE LA CRISI FINANZIARIA
N.20 LA CRISI FINANZIARIA È MADRE E SORELLA DELLE CRISI AMBIENTALI
N.21 DOVE CI SONO SOLDI PER SALVARE LE BANCHE CI SARANNO ANCHE PER DARE UN’ESISTENZA DEGNA AI PRECARI
N.22 I PRECARI AMANO, SOFFRONO, CREANO, VIVONO; LE BANCHE SPECULANO
N.23 I BROKER NON FANNO I BABY SITTER NEGLI ASILO NIDO
N.24 ANCHE I BROKER PIANGONO: CIÒ NON CI INTRISTISCE

N.25 GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI NON DEVONO SERVIRE AD AMMORTIZZARE LE PERDITE DEGLI SPECULATORI
N.26 LA CRISI FINANZIARIA VE LA PAGATE
N.27 FRA LA BORSA E LA VITA SCEGLIAMO LA VITA
N.28 LA PRECARIETÀ È POTENZIALMENTE SOVVERSIVA
N.29 LA PRECARIETÀ È NELLE NOSTRE VITE
N.30 LA PRECARIETÀ È UNA BRUTTA VITA
N.31 LA PRECARIETÀ È IL SENTIMENTO D’ IMPOTENZA
N.32 LA PRECARIETÀ SI ALIMENTA CON IL CONSENSO E IL RICATTO
N.33 LA LOTTA CONTRO LA PRECARIETA’ E’ GIOIA
N.34 SE LA PRECARIETÀ È PENITENZA, LA COSPIRAZIONE FRA PRECARI È IL RISCATTO
N.35 COSPIRARE È RESPIRARE INSIEME
N.36 IL LAVORO È MIGRANTE È TRANSNAZIONALE
N.37 NELLA CONDIZIONE MIGRANTE VI È L’APOTEOSI DELLA PRECARIETÀ
N.38 IL LEGAME TRA PERMESSO DI SOGGIORNO E CONTRATTO DI LAVORO PRECARIZZA E RICATTA I LAVORATORI E LE LAVORATRICI MIGRANTI
N.39 SE I MIGRANTI SONO RICATTABILI, TUTTO IL LAVORO SI PRECARIZZA
N.40 LA BOSSI-FINI È UNA LEGGE SUL LAVORO E PRODUCE PRECARIETÀ
N.41 LA BOSSI-FINI PRODUCE CLANDESTINITÀ
N.42 ANCHE SE NON TUTTI POSSIAMO ESSERE ESPULSI SE PERDIAMO IL LAVORO, SIAMO TUTTI CLANDESTINI
N.43 NESSUNA PERSONA NASCE CLANDESTINA
N.44 IL RAZZISMO NON È SOLO CULTURA, MA UNA SCELTA POLITICA VOLUTA
N.45 IN ITALIA E IN EUROPA, OVUNQUE, IL RAZZISMO C’È: LO PRATICANO GOVERNI E ISTITUZIONI.
N.46 IL RAZZISMO ISTITUZIONALE RENDE POSSIBILE LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MIGRANTE.
N.47 LA COSCIENZA DELLA PRECARIETÀ DISTRUGGE IL CONSENSO
N.48 LA GARANZIA DI REDDITO INTACCA IL RICATTO
N.49 I SOLDI PUBBLICI DEVONO CREARE SERVIZI PER LA COLLETTIVITÀ
N.50 LA PRECARIETÀ SI RIBALTA IN LIBERTÀ, SOLO SE C’È GARANZIA DI REDDITO, CASA, SAPERE, MOVIMENTO, SALUTE, SOCIALITÀ, AMORE
N.51 IL REDDITO NON È CONSUMO
N.52 REDDITO SIGNIFICA SCELTA
N.53 POTER SCEGLIERE EQUIVALE A POTER RIFIUTARE
N.54 VOGLIAMO POTER RIFIUTARE UN BRUTTO LAVORO
N.55 VOGLIAMO RIFIUTARE UN BRUTTO AMBIENTE DI LAVORO
N.56 VOGLIAMO POTER RIFIUTARE SFAVOREVOLI CONDIZIONI DI LAVORO
N.57 VOGLIAMO RIFIUTARE IL LAVORO PERCHÈ È BRUTTO IN SÈ
N.58 NON VOGLIAMO CHE NESSUNO LAVORI AL NOSTRO POSTO
N.59 NON VOGLIAMO CHE QUALCUN ALTRO VIVA SFRUTTANDO IL NOSTRO LAVORO
N.60 LAVORIAMO PER VIVERE
N.61 NON VIVIAMO PER LAVORARE
N.62 POTER RIFIUTARE SIGNIFICA POTER PRETENDERE
N.63 PRETENDERE È RIVENDICARE
N.64 RIVENDICARE VUOL DIRE MIGLIORARE
N.65 MIGLIORARE SIGNIFICA VIVERE MEGLIO
N.66 UNA VITA MIGLIORE È UNA VITA PIÙ DEGNA
N.67 UNA SOVVENZIONE PUBBLICA PER PAGARE UN SALARIO DA FAME IN CAMBIO DEL LAVORO DI CURA DI UNA DONNA MIGRANTE NON E’ WELFARE.
N.68 I DIRITTI SONO PER TUTTI/E, NEL LAVORO, OLTRE IL LAVORO
N.69 I SALARI DEVONO GARANTIRE UNA VITA VERA E NON DI SACRIFICI
N.70 I CONTRATTI DEVONO ESSERE POCHI E CHIARI
N.71 IL PROFITTO DELLE IMPRESE È PRECARIETÀ
N.72 DIMINUIRE IL PROFITTO DELLE AZIENDE È DIMINUIRE LA PRECARIETÀ
N.73 LA RENDITA È PRECARIETÀ
N.74 LA PRECARIETÀ È SCHIAVITÙ AI BRAND
N.75 SAN PRECARIO È IL SANTO LAICO DEI PRECARI
N.76 SAN PRECARIO È UN BENE COMUNE
N.77 SAN PRECARIO È UNA ‘ISTITUZIONE DELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO
N.78 LA PROPRIETÀ DEI SAPERI È PRECARIETÀ
N.79 LA CONDIVISIONE DEI SAPERI È LIBERTÀ
N.80 IL PEER TO PEER È LIBERAZIONE
N.81 OPEN NON È FREE
N.82 LA CONDIVISIONE DEI PENSIERI/SAPERI È POTENZA
N.83 LA CONDIVISIONE È RICCHEZZA
N.84 LA SCUOLA È IL LABORATORIO DELLA CONDIVISIONE
N.85 LA SCUOLA È UN BENE COMUNE
N.86 LA SCUOLA PUBBLICA È UN BALUARDO CONTRO LA BARBARIE
N.87 LA SCUOLA È CONTAMINAZIONE DI CULTURE, MESCOLANZA DI ESPERIENZA,
N.88 LA SCUOLA È LA PROFEZIA DEL FUTURO
N.89 SE SFREGI LA SCUOLA, TI GIOCHI IL DOMANI
N.90 GELMINI NON FA RIMA CON SCUOLA
N.91 PRECARIETÀ NON FA RIMA CON SICUREZZA
N.92 ESERCITO NON FA RIMA CON SICUREZZA
N.93 I CENTRI DI PERMANENZA PER MIGRANTI SONO DEI LAGER
N.94 L’ EUROMAYDAY È CONFORME ALLE 95 TESI E SI BATTE PER ESSE
N.95 OGNI APPARENTE CONTRADDIZIONE È A CARICO DELLA PRECARIETÀ

4 aprile 2011

Non ditemi niente se oggi è così

Ci si innamora così, cercando nella persona amata 
il punto a nessuno rivelato,
che è dato in dono solo a chi scruta, 
ascolta con amore. 
Ci si innamora da vicino, ma non troppo, 
ci si innamora da un angolo acuto un poco 
in disparte in una stanza, presso una tavolata, 
 seduto in un giardino dove gli altri ballano 
al ritmo di una musichetta blues e decisiva 
che fa da colla di pesce per una faccia che si appunta 
a spilli sul diaframma del petto.

Tu, mio Erri De Luca