1 giugno 2011

Ho fatto la valigia, anzi, ne ho fatte due

In una ci ho messo il costume da bagno, un paio di vestiti leggeri (ardua scelta ma alla fine ho optato per quello bianco e quello con i disegni blu che fa tanto petit français), la macchina fotografica con schede, schedine, cavi e cavetti, la guida e un paio di dritte lasciati da amici fidati, un libro (anzi quel libro lì, anzi quei libri lì), un paio di scarpe comode e i sandali con i lacci, una maglia pesante, uno scialle colorato e qualche stronzata per fare volume.


Nell'altra ci ho messo un po' di stanchezza e qualche tristezza, due o tre incazzature, un giramento di coglioni serio, qualche piccola delusione, la malinconia, la nostalgia, il ricatto. L'ho chiusa bene questa, meglio dell'altra. Non la porto con me. La lascio a casa, vicino all'ingresso (in questa casa cio' che è fuori da camera tua non la ritrovi mai allo stesso posto) spero che qualcuno la prenda e la porti via. Lontano da qui, lontano, lontanissimo da me.


Io non ho mai cancellato niente e nessuno. 
In me le cose si sovrappongono, nel bene e nel male, come il millefoglie. 
E' questo il problema.

E il Fabio Montale di Izzo mi ruba le parole di bocca.
" E Lole era in qualche luogo dove si poteva vivere senza ricordi .Senza rimorsi. Senza rancore. Mettersi in regola con la vita sigificava mettersi in regola con i ricordi. Me lo aveva detto Lole, una sera. La vigilia della sua partenza. Su questo ero d'accordo con lei. Interrogare il passato non serve a niente. E' al futuro che bisogna fare domande. Senza futuro, il presente è solo disordine. Sì, certo. Ma io non venivo a patti con il passato, era questo il mio problema" .
Churmo, il cuore di Marsiglia, J.C. Izzo



2 commenti: