10 novembre 2010

cose che capitano

Oggi mi sono sentita urlare in faccia che la mia determinazione e il mio modo di essere e fare allontana e spaventa gli uomini. Mi sono sentita urlare in faccia che non potrò mai trovare nessuno che mi stia accanto perché nessuno potrà avere mai il coraggio e la forza di farlo. 
Sono rimasta a bocca aperta a lasciare che la pioggia mi scivolasse addosso. Non ho neanche reagito.
Chi me lo ha detto è un frustrato senza speranze, una persona in cui non credo, ma non è importante questo.E' importante che io, anche se so da dove viene questa spettacolare ricostruzione di me, ci sono rimasta male. Male da spezzare il cuore.


RESET:
lunedì 8 novembre ore 15,30 circa, Firenze, quartiere Campo di Marte


Sono avvolta nel filo dell'I Pod con Eddie Vedder che mi sbraita nelle orecchie, gli stivali che smuovono le foglie gialle, il cellulare che non smette di suonare e la cartina di Google Map che oggi non aiuta per niente. Tira un vento freddo che mi sferza le guance e mi fa lacrimare gli occhi. 
Mi si avvicina una vecchietta alta un metro e venti con due occhi azzurri di come sono azzurri solo gli occhi degli anziani e dei bambini. Mi sta guardando. Mi tolgo le cuffie.
"Signorina sa dov'è il funerale di quell'uomo con i capelli bianchi?"
"Ecco.. ci mancava solo la vecchia matta" [penso e non dico]
"No signora, non ne ho idea.. non sono neanche di Fir.."[dico e mi interrompe]
"Perchè a me quell'uomo con i capelli bianchi mi garbava, ed è morto e non so dov'è"
"Sara non cedere se non ci mettiamo a piangere tu e lei insieme"[penso e non dico]
Non so che dire. Mi guardo intorno
"Signora guardi lì c'è un campanile", uno di quei campanili orrendi anni '70 di come sanno essere orrendi solo i campanili delle chiese degli anni '70.
"Magari lì c'è una chiesa"
"Signorina non lo so" [tituba]
"Venga con me"
Il campanile è a poche decine di metri. 
Girato l'angolo in effetti davanti alla chiesa c'è un carro funebre con i fiori colorati sopra.
"Signora guardi, magari è lì"
Mi guarda con un lieve sorriso e quegli occhi azzurri.
Il vento tira forte e lei si avvia sul sagrato, piccola avvolta nel cappotto, lasciandomi lì con la cartina in una mano, l'I Pod nell'altra e due laghi di lacrime al posto degli occhi. 


Questa è la persona che spaventa. Questa è il cannibale.
Questa sono io.
E ora che sono a casa, nella mia stanza, con G. e F. felici vicino a me e che mi hanno fatto ricredere sul "tutto è possibile" vorrei solo un paio di mani calde in cui riporre le mie.
E comunque VAFFANCULO.



4 commenti:

  1. Cose che si sentono dire spesso...
    Io c'ho fatto l'abitudine.

    Ma chi è il "peso" in questione???
    Bé poi me lo dici...

    RispondiElimina
  2. Sai da sola che non è vero. Anche senza la "vecchia matta".

    RispondiElimina
  3. Adoro le donne forti e determinate.
    Non cambiare mai.

    La tenda nel deserto

    RispondiElimina
  4. Il problema non è essere forti o essere determinati. Il problema è chi ti trovi di fronte. Con gli stronzi ti ci incazzi, ci litighi, ti ci scontri e ci stai male ma almeno c'è un confronto, ci instauri una forma di relazione. Con i cretini e gli stupidi invece è un casino perchè non ci fai nulla, al massimo ne prendi atto...e quando stupidità e cretinaggine si sommano a frustrazione... immaginiamoci.
    Non capisco però perchè ci sono rimasta così male...
    Concludo con grande citazione di "Persepolis" dove stupidi si sommano a stronzi:
    "Nella vita conoscerai molti stronzi.
    Se ti feriscono pensa che è la stupidità che li spinge a farti del male.
    Ti eviterà di ripagarli con la stessa
    moneta perché non c'è di peggio al mondo del rancore e della vendetta"

    RispondiElimina