15 marzo 2011

Primavera 2018



Sono finalmente seduta di fronte al mio nuovo Mac, pare strano a dirsi ma la Apple è fallita e finalmente ne ho potuto comprare uno senza farmi derubare. La cosa più bella in realtà è la mela che si illumina sul retro, per il resto non mi pare niente di che.
Ieri sera sono tornata da Roma dove mi avevano chiamata per un convegno.
Tre anni fa (dopo tante riflessioni) ho chiesto finalmente il trasferimento da Firenze e ora lavoro a tempo pieno nella sezione bambini della biblioteca della città in cui vivo, mi occupo anche di editoria per l'infanzia e a volte mi chiamano a parlare. Non sono grandi cose ma mi dà molta soddisfazione e mi permette di confrontarmi con molte persone su panorami e suggestioni a me molto care. E poi giro un po'.
A Roma ho passato tre giorni, è una città che amo da sempre e che mi accoglie ogni volta con il sole e il familiare caos. E pensare che qualche anno fa stavo per andarci a vivere.. ma poi le cose sono andate diversamente... ne ho sofferto... e infatti torno sempre con un po' di nostalgia...
In Trastevere ho pranzato con F. e M.
M. non avrebbe mai lasciato la sua città e quindi F. cinque anni fa l'ha raggiunta, non li vedo molto spesso ma quando questo succede sembra non sia passato che un giorno dall'ultima volta. Quando M. mi ha chiesto di Maya aveva uno strano luccichio negli occhi, non mi meraviglierei di ricevere una certa telefonata che mi annuncia una certa cosa nelle prossime settimane.
Già. Maya! Ha due anni e in questo momento sta mordicchiando con gusto i cubi colorati di plastica. Non ha gli occhi azzurri e i capelli biondi ma occhi di castagna e capelli di bosco d'autunno. E' carina anche se ha un po' le orecchie a sventola, ma le ha ereditate dal mio compagno.
Ci siamo conosciuti quattro anni fa. Amico di amici. Eravamo a una festa, io mi ero trascinata dietro A. che quel week end era tornato in città. Dopo un mese mi ha telefonato per chiedermi se quel ragazzo era il mio ragazzo. Divertita gli ho risposto che era il mio migliore amico. Dopo un paio di giorni eravamo a cena fuori e quell'estate siamo andati insieme a New York. (Tipo film) Mentre facevamo colazione in Central Park ho capito che avevo davanti la persona con cui avrei passato la mia vita o comunque una parte lunga di essa. E questa volta era vero. Dopo un anno abbiamo deciso di andare a vivere insieme e, dato che non volevamo sposarci ma io non avevo nessuna intenzione di rinunciare a mettermi il famoso vestito azzurro, abbiamo fatto una festa nell'oliveto nella casa della mia famiglia. E dopo è arrivata Maya. La nostra casa è nella prima campagna vicina alla città e pensare che avrei volto vivere in un attico di acciaio e vetro.. ma non si può avere tutto. La casa non è molto grande e per fortuna non c'è spazio per un cane. Lui fa il grafico e ha aperto un'agenzia con due suoi amici, un po' cazzoni ma nel loro campo sono bravi.
Mia mamma vive ancora in campagna, ha smesso di lavorare e si occupa a tempo pieno del suo giardino e del suo sassofono. Mio padre ha finalmente comprato una casa sulla costa meridionale della Toscana. Da marzo a ottobre è lì tutti i fine settimana, a volte lo vado a trovare e andiamo al mare o nell'interno a fare le fotografie e poi le sviluppiamo nella camera oscura. La sera mangiamo il gelato in terrazza. Mio fratello è ufficialmente un fotografo freelance, di studiare non ne aveva voglia ma con obiettivo in mano è in grado di fare dei capolavori. Ora è spero in una zona non meglio identificata dell'Asia. Dato che non posso pretendere che viva incollato al telefono satellitare 24 ore su 24 mi sono messa l'animo in pace e aspetto le sue mail con infinita pazienza (e un po' di apprensione).
I miei nonni sono morti e torno sempre più di rado in Abruzzo, la casa di Pescara è stata venduta. L'ultima sera abbiamo fatto una cena tutti insieme, eravamo una ventina tornati da mezzo mondo per l'occasione e sembrava a tutti di essere tornati bambini. I miei zii dell'Aquila ora vivono in due case vicine (di legno e antisismiche per forza). I miei cugini hanno lasciato L'Aquila. Una è ricercatrice a Londra, l'altra lavora a Roma per una etichetta discografica, l'altro è uno psicologo che si occupa di emergenze e ogni tanto prende e parte per le zone sfigate del mondo.
Ah già! A. vive a Madrid dove fa il cuoco in un ristorantino nel Barrio de Lavapies, scrive anche su un giornale locale ma non ho mai capito bene di cosa. Nonostante gli anni non ha ancora capito che se vuole che lo senta durante le videochiamate deve parlare nel microfono. Non torna spesso ma quando lo fa lo vado a prendere in aeroporto, dice che il vedermi lo fa sentire a casa. 
B. sta nel nord Italia dove fa la Dj di goa e quando capita segue il suo nuovo amore, un chitarrista rocchenroll, nei suoi tour per mezza Europa. Ha scelto di cantare solo sotto la doccia, di farsi un altro tatuaggio che ci ha stupite perché è molto romantico, di non rinunciare al rossetto neanche quando va a fare la spesa. E in effetti non ha bambini insomma.. aveva ragione...
R. invece è rimasta in città. Ha vinto un concorso e insegna storia dell'arte al liceo. E' la professoressa più bella della scuola. Vive con un regista di teatro un po' più grande di lei con la fissa dello sperimentale. I suoi spettacoli sono di una noia abbacinante ma lui è un tipo intelligente e arguto ed è sempre un piacere averli a cena.Girano insieme l'Europa in roulotte.
E poi c'è F. Anni anni fa, nonostante tutto, avevamo deciso che anche se non potevamo stare insieme non volevamo perderci. Non è stato sempre facile ma ci abbiamo provato e ci siamo riusciti. Oggi è una presenza insostituibile della mia vita. Ogni tanto ci vediamo, anche se non quanto vorrei, andiamo a mangiare qualcosa insieme o a bere una birra, oppure mi accompagna a riprendere Maya all'asilo. Qualche tempo fa è tornato a cantare con il suo vecchio gruppo e sono andata ad ascoltarlo. Ha sempre la voce limpida come quando l'ho conosciuto. 
A. invece è entrata in politica. Siamo scese insieme a Roma perché doveva andare a parlare con nonhocapitochi. Abbiamo poco tempo per vederci ma leggo sempre le interviste che rilascia. Ha i controcoglioni! Da quando ha lasciato il suo fidanzato storico è una single convinta.
E. dopo qualche anno di lavoro a Londra è stata ad Amsterdam per un po' ma si sentiva che non era felice. Ha fatto le valige ed è partita per l'Africa, lavora con delle ONG locali. Ha deciso di far nascere i bambini lì. Una volta ogni due settimane, connessioni internet permettendo, ci scrive o ci telefona. Mi è mancata tantissimo, soprattutto quando ero in attesa di Maya. La vedo felice, così come non la vedevo da quando era tornata dall'Afganistan (e tra l'altro si è sposata con un chirurgo francese che è la fine del mondo!).
G. e F. vivono a Firenze, hanno un paio di bambini ormai grandi. F. è una specie di mammo superorganizzato in grado riparare lo scarico del cesso mentre prepara il biberon alla piccolina. Venisse un pochino qui a volte... Mi sa che quest'anno andiamo al mare insieme, F. e il mio compagno hanno legato moltissimo e G. per me è una sicurezza.
Ci sono tante persone che ho perso per strada, non le vedo e non le sento più, alcune mi mancano o mi sono mancate altre no. E poi ci sono tutte le nuove conoscenze anche se gli amici di una vita sono insostituibili.
Chi doveva e voleva rimanere è rimasto.
Qualcuno ho anche ritrovato. Tre anni fa per puro caso ho incontrato G. in centro. Dalle ultime notizie che avevo stava ancora a Milano dove faceva il giornalista o roba simile. Siamo rimasti in imbarazzo per qualche minuto. Non ci vedevamo da dieci anni. Dopo qualche settimana mi ha contatta per dirmi che sarebbe tornato in Toscana per qualche giorno. Ci siamo visti per un caffè e abbiamo parlato per ore. Del nostro passato insieme, del nostro presente. Non siamo amici, non siamo neanche conoscenti. Siamo e basta. A Natale ci mandiamo gli auguri e ci telefoniamo per il nostro compleanno. Può sembrare una cosa triste ma non lo è. E' così e basta. Quando mi arriva il suo biglietto lo attacco sempre con lo scotch sulla porta ed è un gesto che mi dice che sta arrivando Natale. 
Ora devo chiudere perché oggi non è un giorno qualsiasi e devo prepararmi.
Oggi è il 24 aprile e l'Ho Chi Minh è in fermento. Il circolo è rimasto chiuso per un po', per motivazioni che non sto qui a scrivere, ma da un anno è riaperto ed è quasi meglio di prima. Ci siamo resi conto che a un certo punto quel posto doveva riaprire e gli scazzi che avevano portato alla chiusura erano acqua passata. C'è da preparare tutto perché domani in Porta al Borgo l' Ho Chi metterà a tavola 400 persone.
Saremo lì, ancora insieme. Come dieci anni fa anche se diversi da dieci anni fa.
E mentre guardo Maya mi viene in mente che magari con Ismaele accanto sarebbe più felice.

7 commenti:

  1. Poteva andare molto peggio.. credimi! E comunque di cosa ti lamenti, sei finita a fare la diggei!
    :p

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  2. Hai notato che non è particolarmente patetico e mieloso? Apprezzi?

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  3. Dio che ansia (F. di M.)

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  4. ommiodio sara...Povero A, e povero F..comunque, c'hai sistemato tutti/e eh! speriamo che le cose vadano un po' più "Ovosodo" e un po' meno "Notting Hill"!

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  5. F. di M. vivi a Trastevere... cos'hai da lamentarti?
    Anonimo: magari povera me! Che dici? ;)
    Ho già ingoiato abbastanza uova sode fino a ora non credo ci sia niente di male a immaginarsi un futuro più Notting Hill... e comunque se leggi bene ci sono tante uova sode anche qui...
    G. sei tu?

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  6. No, non è G, è R.
    Cmq mimma....il suo nuovo amore che è un chitarrista rock e io lo seguo in tournéé????
    Maah.... se un era per me il NoBar era voto...vabbé!!!!1

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