21 settembre 2011


Barra di Google.
Scrivo Serendipity guardiamo cosa salta fuori.
Uno dei primi risultati è Wiki. 
La prima serendipity è già nella parola stessa. 
Ne conosco il significato è vero, ma non avevo mai pensato a quanti campi dell'esperienza umana si potesse applicare una sensazione tra le più belle che io conosca. 
Mi segno subito qualche libro da leggere per esempio  Tre Principi di Serendippo una fiaba persiana da cui uno scrittore del '700 fu ispirato per la creazione del termine. La cosa mi piace, tutto quello che nasce da una fiaba è terreno fertile su cui indagare, scoperta di cui fare tesoro, ricchezza antica da far rivivere nel contemporaneo.
Wiki mi dice anche che "la serendipità indica anche il tipico elemento della ricerca scientifica quando spesso scoperte importanti avvengono mentre si stava ricercando altro." 
Insomma in ogni scoperta ci deve essere una serendipità, una casualità altrimenti si avrebbe solo una conferma di una teoria, non una scoperta vera e propria.
"se il ricercatore sapesse già esattamente quello che sta cercando, non avrebbe bisogno di cercarlo, bensì gli basterebbe avere una conferma di una realtà che già prevede esista."
Io che inventore non sono e ricercatrice nemmeno cerco appunto, ma non so cosa.
A volte mi sembra di aver trovato qualcosa, ma spesso sono cianfrusaglie, buchi nell'acqua, specchi per allodole... e con meno incanto procedo verso la ricerca del senso.
Cerco "il qualcosa" ma non so dargli un nome. A volte è un oggetto, altre una sensazione, altre volte è il sole quando si prevedeva pioggia, altre volte un cantautore sentito per caso che entra di diritto nella mia top ten. Altre volte un pisolino che riesco a strappare per caso al pomeriggio, una telefonata che non credevo di ricevere, un invito a cena o a un concerto. Ho una aspettativa e invece trovo altro, non ho niente e invece trovo altro, inciampo in una possibilità e vedo cosa c'è dietro.
A volte invece è una presenza, inimmaginata e serena.
L'America, la dinamite, la penicillina, il cellophane, gli effetti dell'LSD, il Prozac, il forno a microonde, il Post-it, il velco e il Viagra, Urano, i raggi X, il WWW, l'html e l'http sono stati scoperti per caso, con la Serendipity. 
Fedele amica dell'uomo che fa la sua comparsa nei modi più impensabili per farci vivere meglio.
Una buona parte di queste sono scoperte fondamentali della vita contemporanea. 
Non vivremmo senza America, senza penicillina, qualcuno vivrebbe male senza Viagra, io sicuramente senza Post-it.
Serendipity è il nome di un melenso film statunitense, di una caverna di ghiaccio canadese, di un cd della PFM e di qualche sfigato cantautore americano, di un pacchiano ristorantino di New York (segnarsi l'indirizzo non si sa mai), una mia omonima milanese ha chiamato così il suo blog, così si chiamano decine di aziende soprattutto straniere: da vestiti per bambini a generi alimentari, aziende di design, negozi, linee di comunicazione, una importante mostra di computer art realizzata a Londra nella fine degli anni '60, istituti di bellezza.
Ma Serendipity è anche altro.
E' senza pensieri, senza un'idea, con qualche sensazione, con qualche flash back. 
E' stupore, spensieratezza, pace, calma, è speranza.

Nessun commento:

Posta un commento