Mattina. Ore 11.00.
Mi hanno consigliato di tenere un diario dei giorni. Di scrivere sempre.
Non credo serva a nulla ma tant'è.
Mi sono svegliata con un profondo, sereno e innato giramento di coglioni.
E. Mi ha beccata subito mentre preparava il caffè e io litigavo con i bottoni della camicia.
Ne abbiamo discusso del giramento, mi ha dato dell'adolescente. Ha ragione.
Sono stanca morta di ripicche e meccanisimi di difesa che si scatenano dall'oggi al domani, di guerre di lance spuntate, piccole vendette e slanci d'orgoglio.
Non è questo quello che conta.
Non conta il teatrino dei prossimi giorni e delle prossime settimane.
Non conta un cazzo.
Non conta proprio un cazzo.
Oggi
G.
Libri
Tacchi
Treno
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