Era un viaggiatore. Dal
viaggio ha tratto forza e ispirazione, del viaggio ha fatto un lavoro
ma ancor di più una missione. Vittorio Arrigoni, Vik, è stato ucciso il
15 aprile del 2011, a Gaza. Il silenzio da quella striscia di terra
dimenticata da Dio e dagli uomini oggi è ancora più assordante. Arrigoni
era diventato attivista per i diritti umani nel 2003 entrando a far
parte dell’International Solidarity Movement. Un interesse che lo aveva
portato a scegliere di andare a vivere nei territori occupati e qui
nella parte più abbandonata della Palestina: Gaza. E’ sua la quasi unica
voce che oltrepassa il Mediterraneo per raccontare qualcosa di quello
che accade quotidianamente grazie alle sue collaborazioni con
PeaceReporter, InfoPal, Radio Popolare, Il Manifesto. E’ con
Manifestolibri che pubblica “Restiamo umani”, la raccolta dei propri
reportage da Gaza. Sostiene gli ultimi, appoggia i dimenticati,
rivendica la pace (“Il boicottaggio è pacifista, non violento, la
migliore risposta umanamente accettabile, all’imbarbarimento di un
conflitto che rende disumano ogni gesto”), esorta a restare umani,
invita a riconoscere il dolore, a interessarsene.
Il suo blog “Guerrilla Radio”,
durante l’Operazione Piombo fuso, è l’unica fonte occidentale su quanto
succede nella Striscia. E’ proprio su Gerrilla Radio che pubblica il manifesto GYBO (Manifesto dei Giovani di Gaza per il cambiamento) (qui
la loro pagina Facebook), una rivendicazione di un gruppo di studenti
della Striscia contro l’occupazione israeliana e la politica repressiva
di Hamas. Nelle ultime settimane della sua vita prende posizione a
favore delle rivoluzioni del 2011 in corso in diversi Paesi arabi.
Vittorio viene ucciso
nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011 da un gruppo terrorista
dichiaratosi afferente all’area jihadista salafita. Nel settembre 2011
vengono condannati quattro aderenti della cellula salafita che credeva,
prendendo in ostaggio l’attivista italiano, di poter liberare lo sceicco
jihadista al Maqdisi, arrestato dalla polizia di Gaza a inizio anno.
Così lo ricorda Luca
Galassi, giornalista amico e vicino ai tempi di PeaceReporter: «Vittorio
era l’eroe buono che si racconta ai bambini prima di dormire. ‘… e poi
arriva Vik col suo megafono, che caccia via i cattivi coi carri armati’.
Ha scelto di vivere con i deboli, e di aiutarli senza chiedere nulla in
cambio.»
Per chi volesse saperne di più sull’operazione Piombo Fuso segnaliamo “To shoot an elephant”
documentario di Alberto Arce e Mohammad Rujailah, pubblicato in
creative commons e consultabile in modo integrale sul web. Nelle riprese
anche Vittorio Arrigoni.
Nel 2013 esce Restiamo Umani – The Reading Movie,
il film della lettura integrale del diario giornaliero di Vittorio
Arrigoni tenuto durante l’operazione Piombo Fuso. In particolare vi
consigliamo di ascoltare questo, il capitolo 7, letto da Stéphane Hessel.
Restiamo umaniS.L. / IB